Nel mondo del lavoro moderno, la conoscenza delle lingue è sempre più richiesta, anche per chi è alle prime esperienze professionali. Spesso, chi cerca il primo impiego si chiede come [GUIDA] Come leggere le job description e estrarre parole chiave valorizzare al meglio le proprie competenze linguistiche nel curriculum. In particolare, in Italia, sorge il dubbio: meglio indicare l’italiano o l’inglese come lingua principale nel CV?
La scelta può sembrare semplice, ma è fondamentale per distinguersi tra i candidati junior. Un’indicazione errata o confusa delle lingue può influenzare la prima impressione durante la selezione. Ecco perché è importante comprendere le aspettative dei recruiter e utilizzare strategie efficaci nella presentazione delle proprie capacità linguistiche.
In questo articolo analizzeremo come e quando indicare l’italiano, l’inglese o entrambe le lingue nel curriculum. Vedremo come descrivere il livello di competenza, quali errori evitare e come sfruttare le occasioni di networking e colloquio. Offriremo consigli pratici per chi cerca il primo impiego in Italia e desidera valorizzare il proprio profilo linguistico.
Perché la lingua conta nel curriculum
Le competenze linguistiche sono uno dei requisiti più apprezzati dalle aziende, specialmente in un mercato globalizzato. Anche per ruoli junior o entry-level, la conoscenza dell’inglese può rappresentare un vantaggio competitivo. Tuttavia, indicare le lingue nel CV in modo corretto è essenziale per evitare fraintendimenti e valorizzare il proprio profilo.
Molti recruiter utilizzano criteri precisi per selezionare i candidati sulla base delle competenze linguistiche. In alcuni casi, l’inglese è fondamentale,ULTIME POSIZIONI: Edison apre a neolaureati e senza esperienza — invia CV ora! in altri è sufficiente una buona padronanza dell’italiano. Comprendere questa differenza consente di adattare il curriculum alle aspettative dell’azienda.
Come indicare le lingue nel CV
Per i ruoli junior, viene spesso richiesto di specificare non solo le lingue conosciute, ma anche il livello di competenza. Utilizzare scale riconosciute come il Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER) è la soluzione più trasparente. Così facendo, il recruiter può valutare con chiarezza il grado di autonomia linguistica del candidato.
È importante distinguere tra lingua madre e altre lingue, evitando di dare per scontato che l’italiano sia automatico per un candidato italiano. Specificate sempre:
- Lingua madre (ad esempio: Italiano – madrelingua)
 - Inglese (specificare livello: base, intermedio, avanzato, C1, ecc.)
 - Altre lingue conosciute (francese, spagnolo, tedesco, ecc.)
 - Esperienze certificate (es. certificazioni IELTS, TOEFL, ecc.)
 - Abilità specifiche (scrittura, conversazione, lettura, ascolto)
 
Indicare in modo trasparente il proprio livello linguistico aiuta a evitare PRIMO LAVORO da Unipol Gruppo: contratto entry-level + formazione — posti limitati! domande difficili durante il colloquio e a trasmettere affidabilità.
Quando dare priorità all’inglese
Se il settore o l’azienda a cui ci si candida ha una forte vocazione internazionale, l’inglese dovrebbe essere in primo piano nel CV. In questi casi, evidenziare il livello di inglese e le esperienze all’estero può fare la differenza. Le aziende del settore tecnologia, turismo e multinazionali spesso richiedono una buona competenza nella lingua inglese anche per i profili junior.
Inoltre, se il ruolo prevede contatti con clienti o colleghi stranieri, dimostrare padronanza dell’inglese diventa indispensabile. Invece, per aziende locali o posizioni interne, il focus può restare sulla padronanza dell’italiano.
Consigli per valorizzare le lingue nel colloquio
Durante il colloquio, è molto probabile che venga testata la reale conoscenza delle lingue indicate nel curriculum. Siate pronti a rispondere o a sostenere brevi conversazioni in inglese o in altre lingue dichiarate. La coerenza tra quanto scritto nel CV e quanto dimostrato a voce è fondamentale per non perdere credibilità.
Non sottovalutate la comunicazione non verbale: dimostrare sicurezza, anche in una lingua straniera, può influire positivamente sulla valutazione del recruiter. Fate attenzione a non sopravvalutare il vostro livello: meglio essere trasparenti e dimostrare voglia di migliorare, piuttosto che rischiare figuracce.
Networking e opportunità linguistiche
Anche per chi cerca il primo impiego, il networking può offrire nuove opportunità di praticare e migliorare le lingue. Partecipare a eventi, workshop o gruppi internazionali è utile per arricchire il proprio profilo e le proprie competenze. Queste esperienze possono essere menzionate sia nel CV che durante il colloquio, dimostrando interesse e proattività.
Ricordate che la padronanza delle lingue si costruisce nel tempo: ogni occasione di utilizzo, anche fuori dal contesto lavorativo, contribuisce a migliorare e a rendere più spendibili le proprie competenze nel mercato del lavoro.
Conclusione: italiano o inglese?
In definitiva, la scelta tra italiano e inglese dipende dal contesto e dal tipo di ruolo per cui ci si candida. Essere onesti e precisi nel descrivere le proprie competenze è la chiave per fare una buona impressione, soprattutto nei primi passi della carriera.
Un curriculum ben strutturato sulle lingue può aprire molte porte, anche ai profili junior. Sfruttate ogni occasione per migliorare e mantenete il vostro profilo sempre aggiornato: il mondo del lavoro premia chi investe sulle proprie competenze linguistiche.

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